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Elena Spoerl

Kate Clanchy

Festival di traduzione Babel Voci di giovani poeti immigrati alla Bbc

Kate Clanchy, poetessa e insegnante scozzese, ha presentato il lavoro che svolge in Gran Bretagna con i figli dell’immigrazione nell’ambito del festival di traduzione Babel, tenutosi a Bellinzona il 17 e 18   settembre 2016.
«A Oxford non c’è solo il prestigioso college ma anche la scuola dove insegno, frequentata da adolescenti di cui solo il 20% è di origine inglese, mentre l’80% proviene da ben 15 diversi paesi».
Clanchy insegna scrittura. Che questa possa avere anche un valore terapeutico per i suoi giovani alunni con un difficile passato migratorio è, per alcuni di loro, un effetto collaterale. Non è lo scopo. «Da parte mia non l’ho mai impostata così. A loro dico: “impariamo a scrivere bene”. I ragazzi vogliono sentire le loro storie ben raccontate». E la limitata conoscenza della lingua non sembra essere un problema: i giovani imparano presto, soprattutto se, come loro, «nell’inglese ci sono già immersi».
Come indurli a scrivere poesie? Ricalcando. Il metodo per imparare a disegnare si dimostra valido anche per la scrittura: «Ho distribuito in classe una poesia intitolata ‘Vengo da...’ e ho proposto loro, su quel modello, di elencare una serie di ‘cose’ (oggetti, odori, sapori, paure, sensazioni,...) del paese perduto».
Come hanno reagito i ragazzi al ‘compito’? «Alcuni con immediato interesse, altri – quelli con scarsa autostima – volevano subito gettare quel che avevano scritto. Ho dovuto salvare alcune poesie da fogli già stracciati: le ho ricopiate, stampate e, la lezione seguente, le ho distribuite in forma anonima. Ho dato così dignità a ogni testo e a vedere la propria poesia stampata erano contenti. Ancora di più quando, più tardi, alcuni di loro hanno potuto leggerle alla Bbc».
Dare una cornice e lasciare che scrivano. Poi, certo, per diventare davvero scrittore la via è lunga. Pochi la percorreranno. Ma intanto versi come questi, fanno riflettere.

Vengo da...

(...)
Vengo da
piatti sbeccati
materassi macchiati
muri bianchi che trasudano
la puzza umida e marrone
della povertà.
(...)
Vengo dalla follia:
a caccia di stelle cadenti
nate dalla notte gravida:
un incendio di sogni e poesia.”


(Azfa Ali, 19 anni; traduzione di Babel, DMR)

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